martedì 29 gennaio 2008

Il periodo Asuka 飛鳥時代 (538-710 d.C.)3

L'opera di riforme venne momentaneamente interrotta da un breve periodo di guerra civile, provocato da una disputa per la successione al trono. Da questo scontro uscì vincitore Tenmu, fratello dell'Imperatore Tenji, che regnò dal 673 al 686 grazie, soprattutto, all'appoggio dell'esercito. L'imperatore Tenmu proseguì il processo di riforme e il consolidamento del potere imperiale. Infatti, ristrutturò il sistema di titoli onorifici (kabane) che regolava la gerarchia tra i capi clan (uji), ponendo quest'ultimi in una posizione subalterna rispetto ai nuovi ranghi di Corte; Inoltre, diede inizio alla compilazione del famoso Codice Taiho che sarebbe poi stato emanato agli inizi dell' VIII secolo; Infine, commissionò la stesura degli annali che avrebbero legittimato la stirpe imperiale, attribuendole un'origine divina. Si tratta di quell'opera terminata molti anni dopo, a cui sarebbe stato dato il titolo di Kojiki.

Morto Tenmu nel 686, fu necessario spostare la corte imperiale da Asuka e trovrle una sede che doveva, per la prima volta, essere permanente. Infatti, fino ad allora, vigeva la regola di spostare periodicamente la capitale imperiale ogni volta che vi moriva l'Imperatore in quanto, secondo il culto shintoista, il decesso del sovrano contaminava la sede di governo che andava quindi cambiata per non cadere nella sciagura. Già a partire dalle leggi Taika, invece, si decise di stabilire una sede fissa ricorrendo piuttosto a grandi riti di purificazione. Furono fatti quindi diversi tentativi di porre una capitale stabile ma, per vari motivi, questi fallirono. La prima capitale stabile ad essere sperimentata fu quella di Fujiwara, costruita nel 694 a nord di Asuka in base ai modelli architettonici e alla geomanzia cinese, ma sarebbe durata solo fino al 710 quando la sede del governo imperiale fu trasferita a Nara.

Intanto, durante questo periodo venne completato il codice di leggi avviato da Tenmu ed emanato nel 702 col nome di Codice Taiho , conosciuto anche come Codice Ritsuryo in quanto comprendeva due parti: le sanzioni penali (ritsu) e le istruzioni per i funzionari (ryo). Questo codice costituì l'ultimo atto del processo di riforme avviate da Shotoku Taishi ed enfatizzò ulteriormente l'autorità dell'imperatore e, quindi, la centralizzazione del potere. Esso gettò così le basi di un sistema amministrativo che sarebbe durato, almeno formalmente, fino al XIX secolo. Il codice Ritsuryo stabiliva una nuovo ordine sociale e gerarchico composto unicamente da "sudditi" classificati in base al rapporto che li legava al sovrano e divisi sostanzialmente in sudditi liberi (ryomin) e sudditi non liberi (senmin). Inoltre, da questo codice emerse una nuova e definitiva struttura di governo che in parte ricalcava il modello cinese, in parte conservava alcune caratteristiche indigene: infatti, da un lato, riprendeva dall'Editto Taika il Dajokan (Consiglio di Stato), ovvero un organismo che svolgeva l'amministrazione civile e rispecchiava il governo laico cinese; dall'altro, introduceva il Jingikan (Ufficio delle Divinità) che rappresentava invece le funzioni religiose dell'Imperatore e testimoniava quindi la continuità dell'importanza attribuita ai culti locali shintoisti.

Con il Periodo Asuka e le sue riforme (Costituzione dei 17 articoli, riforme Taika e Codice Ritsuryo) si giunge insomma alla nascita effettiva di uno stato unitario dotato di codice penale e costituzione legale, caratterizzato da stratificazione sociale e governato da un sovrano che regnava sulla base di una legge scritta. Inoltre, già a partire da questo periodo venne usato il nome moderno Nippon o Nihon, "Sorgente del Sole", e si delineò chiaramente la separazione tra sovranità nominale, attribuita all'imperatore, e potere politico effettivo, esercitato da primi ministri o reggenti e, in seguito (in periodo medioevale), da governatori militari, detti shogun.

domenica 20 gennaio 2008

Il periodo Asuka 飛鳥時代 (538-710 d.C.)2


Secondo un tradizionale sistema di datazione, detto nengo, il colpo di Stato, che nel 645 eliminò l'egemonia Soga, si colloca nel primo anno dell' era Taika (Grande Cambiamento) da cui prese il nome l'editto di riforma promulgato nel 646 dall'Imperatore Kotoku. Si tratta delle cosiddette Riforme Taika che, basandosi sul modello di governo cinese, determinarono un' ulteriore burocratizzazione e centralizzazione dello Stato, rafforzando così il potere della corte imperiale. Infatti, diversamente dalla costituzione promossa dal Principe reggente Shotoku nel 604, l'EdittoTaika del 646 non era un elenco di precetti etico-morali ma un insieme di vere e proprie norme politico-amministrative che mirava a trasformare i capi della dinastia regnante nei monarchi assoluti del sistema cinese.

Prima di tutto, l'editto mirava a privare i clan del pieno controllo delle terre e dei loro abitanti, attribuendo tale controllo al sovrano che, di conseguenza, si trovava a esercitare il monopolio sulle risorse agricole del paese; in secondo luogo, dal punto di vista amministrativo, la riforma organizzava il territorio nazionale in 66 kuni (province), a loro volta divise in gun (distretti) e in unità ancora più piccole costituite da villaggi rurali e quartieri urbani. A capo dei kuni erano posti governatori provinciali, detti kokushi, mentre le cariche inferiori venivano ricoperte dai membri della nobiltà locale che, perso il proprio potere politico autonomo, diventavano funzionari dell'Imperatore; Infine, come terzo provvedimento, si istituivano il censimento della popolazione e un catasto, in base ai quali la terra coltivabile veniva distribuita equamente tra i contadini che, in cambio, dovevano pagare all'Imperatore una tassa versata, in parte in natura sul raccolto, in parte sotto forma di manodopera o di servizio militare.

Queste riforme avrebbero, dunque, fornito l'Imperatore di un notevole potere sia economico che militare. Tuttavia, esse, di fatto, non vennero attuate subito ma solo gradualmente nel corso di quasi un secolo, dato che la loro esecuzione richiedeva un considerevole sforzo organizzativo. A mettere in moto queste riforme fu la necessità di assicurare la sopravvivenza del governo imperiale e della sua burocrazia attraverso un continuo afflusso di entrate nelle casse statali. Infatti, queste entrate potevano essere ormai garantite solo dal controllo diretto delle risorse agricole e da un efficiente sistema di tassazione. Un ulteriore stimolo al cambiamento fu tuttavia fornito al Giappone dal pericolo di un'invasione militare da parte della Cina, in seguito alla perdita della colonia in Corea e alla distruzione di una flotta giapponese a largo della penisola, nel 663. Infatti, il timore dell'espansionismo cinese, evidente nell'opera di fortificazione del periodo, contribuì ad accelerare il processo di centralizzazione del potere. Intanto la Cina stessa, oltre che una potenza da temere, venne sempre più considerata un modello da imitare, attingendo ampiamente dalle istituzioni dell'Impero sotto i Sui e poi sotto i Tang.

lunedì 14 gennaio 2008

Il periodo Asuka 飛鳥時代 (538-710 d.C.)1

Questo periodo prende il nome dalla prima capitale imperiale della dinastia Yamato, edificata nell'area dell'odierna Osaka, e va dal 538 (per molti studiosi, l'anno dell'introduzione del Buddhismo in Giappone) al 710 (inizio del periodo Nara, in seguito allo spostamento della corte nella citta omonima). Il periodo Asuka è caratterizzato, rispetto alle epoche precedenti, da una maggiore penetrazione nell'arcipelago della cultura continentale e, in particolare, della religione buddhista. La scelta di accettare, o rifiutare, quest'ultima dipese dalla lotta tra i clan dominanti per ottenere la supremazia sulla corte di Yamato. Da questa battaglia uscì vincitrice la fazione filobuddhista del clan dei Soga, imparentati, attraverso matrimoni vari, con la famiglia regnante. Sotto la guida del capo clan, Soga no Umako, vennero prese numerose iniziative attribuite al Principe ereditario Shotoku Taishi, reggente dell'allora imperatrice in carica.

Tra le iniziative più significative del principe reggente vi fu, a partire dal 600, la reintegrazione di ambascerie ufficiali in Cina; tali ambascerie, più che riportare risultati politici ed economici significativi, ebbero invece immense ripercussioni in ambito culturale: infatti, comprendevano persone che, dopo essersi fermate in Cina per studiarne l'arte, la letteratura, la religione, la filosofia e, soprattutto, il sistema politico e legislativo, avrebbero diffuso le conoscenze acquisite, una volta tornate in patria. Tra l'altro, da queste missioni diplomatiche ebbe origine la politica riformatrice promossa da Shotoku Taishi e appoggiata dal capo Soga, Umako. Queste riforme miravano, in emulazione del sistema burocratico cinese, a rafforzare il potere centrale dell'imperatore, attenuando il prestigio dei clan a vantaggio dei ranghi di corte.


Tuttavia, dopo la morte del Principe Shotoku (622) e di Umako (626), i Soga cambiarono politica, cercando di accrescere la propria influenza ai danni dell'autorità imperale. Così, sotto il nuovo capo clan, Soga no Iruka, il loro strapotere fu tale da suscitare la preoccupazione e la reazione della famiglia regnante: nel 645, Iruka fu quindi vittima di un colpo di Stato (immagine a sinistra) che eliminò per sempre l'egemonia dei Soga e fece salire al trono l'Imperatore Kotoku. La rivolta era guidata dal Principe imperiale Naka no Oe, salito al trono, nel 668, col nome di Tenji, e da un membro del clan Nakatomi, Nakatomi no Kamatari, che avrebbe ricevuto importanti cariche, nonché il nuovo prestigioso cognome di Fujiwara. Tale cognome sarà poi trasmesso ai discendenti di Kamatari che avrebbero, col tempo, dominato la corte in modo assoluto.