Durante l'ultima fase del del periodo Yayoi (tra il II e il IV secolo circa), si verificava la trasformazione delle varie comunità territoriali che costituivano gran parte del Kyushu, dello Shikoku e dell'Honshu. All'interno di ciascuna comunità, infatti, andavano definendosi una stratificazione sociale e una organizzazione gerarchia sempre più marcate. Innanzi tutto, la presenza di grandi tombe di varia forma (circolare, quadrata o a "buco di serratura") a partire dal 100 d.C, costituisce la prova evidente dell'esistenza di una classe dirigente a capo di ciascuna comunità. Questo nucleo dominante, in giapponese, è detto Uji.
Col termine uji, tradotto generalmente con tribù o clan, si tende a indicare una sorta di famiglia allargata, i cui membri erano legati tra loro da un vincolo di sangue (reale o presunto che fosse) e sottostavano a un capo famiglia, detto uji no kami. Il capo uji era considerato il discendente diretto del dio fondatore della sua stirpe, detto ujigami, e quindi era allo stesso tempo re e sommo sacerdote, riunendo nella propria persona l'autorità ereditaria e quella religiosa. La sua importanza era inoltre rafforzata dal fatto che gli era attribuita anche la capacità di conoscenza profetica, entrando in contatto col dio attraverso il sogno. Il ruolo di uji no kami veniva trasmesso in modo ereditario insieme ai simboli del suo potere politico e sacrale: uno specchio di bronzo, una spada e un gioiello.
Sempre in quest'ultima fase del periodo Yayoi, avveniva un'altra importante trasformazione: alcune comunità uji, occupando posizioni strategiche favorevoli o disponendo di terre molto fertili e produttive, diventavano economicamente e militarmente più forti delle altre. Ciò sarebbe stato alla base di una serie di lotte per l'egemonia, durante le quali gli uji più potenti formavano alleanze coi vicini, assorbivano quelli più deboli o giungevano a veri e propri scontri sul campo di battaglia. Questi confronti si sarebbero conclusi con la nascita di una confederazione di uji guidata dal clan della pianura Yamato, nell'attuale provincia di Nara. L'uji Yamato riuscì inoltre a sottomettere tutti gli altri clan e a consolidare il proprio potere, non solo facendo affidamento sulla propria forza militare, ma anche dichiarando di discendere dalla massima divinità celeste, la dea del Sole Amaterasu Omikami. Disponendo di un tale ujigami, il clan Yamato acquisiva una posizione religiosa inattaccabile, legittimando così il proprio potere politico, ottenuto in precedenza con la forza.
L'affermazione dell'uji Yamato avrebbe quindi portato alla progressiva unificazione sociale e politica dell' arcipelago e alla formazione dello Stato giapponese. Inoltre, il capo di questo clan (l'uji no kami) e i suoi discendenti avrebbero costituito la massima autorità politica e sacrale col titolo di tenno (letteralmente "sovrano celeste"), ovvero di imperatore.
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