Quest' epoca, che segna un radicale cambiamento rispetto al periodo Jomon, prende il nome dal distretto Yayoi, a Tokyo, dove furono trovati i primi esemplari di un nuovo tipo di ceramica, piatta e rossiccia, decorata in modo meno elaborato ma di qualità superiore rispetto a quella del periodo precedente. Si tratta di una produzione varia e diversificata nel territorio, che presenta comunque aspetti di continuità con la ceramica Jomon. In effetti, la cultura Yayoi viene considerata come il risultato della fusione di elementi presenti nell'arcipelago giapponese fin dal 10000 a.C. con elementi nuovi portati dagli immigranti che giungevano dal continente a partire dal 400 a.C circa.
Dalla Cina, attraverso la Corea, giunsero, infatti, oggetti e prodotti nuovi come armi, specchi di bronzo e attrezzi agricoli. Ma , l'apporto più significativo di questa immigrazione fu senz'altro l'introduzione, verso il III-IV secolo a.C della risicoltura che segnò, per le isole giapponesi, l'inizio di una nuova era: infatti, la coltura del riso comportò l'aggregazione e l'insediamento permanente di gruppi di persone, insieme a tutta una serie di fenomeni sociali, religiosi e politici di cui era la causa.
Prima di tutto, lo svolgimento di questa attività richiedeva molta acqua pulita, una cura intensa e, quindi, anche di forme di collaborazione tra i coltivatori, determinando in tal modo l'importanza dei rapporti interni alle varie comunità attorno alle quali presero forma anche vari riti religiosi. Infatti, il bisogno di propiziarsi il favore degli elementi della natura per ottenere un buon raccolto, portava alla nascita del culto dello shinto (via degli dei) primitivo. Esso consisteva essenzialmente nel'ottenimento, attraverso la ritualità, della protezione delle divinità locali, i kami, con cui si identificavano fiumi, cascate, rocce, vulcani ecc...La protezione e il culto dei kami contribuirono a rafforzare i legami all'interno delle varie comunità e l'identificazione che ciascuna di esse aveva col territorio.
Infine, la risicoltura aveva determinato due fenomeni politici rilevanti: una stratificazione sociale più marcata all'interno di ciascuna comunità territoriale (col formarsi, per esempio, di un'élite dominante e di gerarchie); e una disparità di forza economica e militare tra le singole comunità, in quanto alcune disponevano di terre più fertili e produttive o occupavano posizioni strategiche migliori rispetto alle altre. Inoltre, lo sfruttamento della terra era (e sarebbe stata da allora fino agli inizi del secolo scorso) l'unica fonte di sostentamento, nonché di ricchezza e di potere. Ciò basta a spiegare la continua lotta, politica e militare, per il potere tra le varie comunità territoriali durante tutto il periodo Yayoi .
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