Si trattava della nobiltà provinciale, composta da potenti leader locali e da aristocratici di basso rango, provenienti in genere da rami collaterali del clan Fujiwara o di quello imperiale, comprese le famiglie di stirpe imperiale "escluse", come i Tachibana, i Taira o i Minamoto; private del diritto di successione al trono secondo una pratica avviata sotto il regno dell'Imperatore Shomu (724-749), molte di queste famiglie avevano scelto di migliorare il proprio status trasferendosi nelle province, dove potevano acquistare alte cariche pubbliche o assumere la gestione diretta delle proprietà agricole. Oltre al prestigio sociale e al potere politico ed economico, questi "nobili di campagna", spesso disprezzati dalla nobiltà centrale, assunsero anche una notevole forza militare che avrebbe consentito loro di entrare da protagonisti nella competizione politica, dettando nuove regole e aspirando a posizioni sempre più elevate.
A determinare l'ascesa di questa aristocrazia militare delle province (i buke), a spese di quella civile della Capitale (i kuge), concorse un complessa serie di fattori economici, sociali e politici; uno di questi fu la separazione fra proprietà e possesso: in poche parole, gran parte della terra coltivabile, pur essendo proprietà privata (detta shoen) delle grandi famiglie aristocratiche di Corte o di istituzioni religiose, veniva da queste ultime lasciata in affidamento a famiglie dell'aristocrazia provinciale che avevano il compito di amministrarle in loro vece. In questo modo, mentre i legittimi proprietari, risiedenti spesso lontani dalle proprie tenute agricole, finivano per perdere il controllo diretto su di esse, e di conseguenza sui loro proventi, la nobiltà di provincia stava facendosi un'esperienza concreta di governo, consolidando sempre di più il proprio potere su terre e contadini. Inoltre, come ho già accennato sopra, i nobili provinciali riuscirono a dotarsi di una personale forza militare nel momento in cui, col venire meno della capacità del governo centrale di mantenere l'ordine nel paese, venne loro chiesto di organizzare corpi di combattenti per difendere le proprie terre dai briganti, da monaci guerrieri e da malviventi di ogni sorta.

3 commenti:
Spero di non aver tralasciato nulla di importante e di essere stato abbastanza chiaro. Comunque, sono sempre pronto a modificare e migliorare questo articolo, se sarà necessario. Domande di chiarimento e critiche sono, come sempre, ben accette.
Ciao, che bello leggere di nuovo un tuo post:).
Grazie Paolo,in effetti ho un pò trascurato il blog ultimamente. Da oggi lo riprendo con i consueti appuntamenti settimanali (o almeno ci provo). Grazie ancora e a presto!!
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