lunedì 17 dicembre 2007

L'introduzione del Buddhismo e il dominio dei Soga 2


Il successo militare garantì al clan Soga una posizione predominante sulla dinastia imperiale Yamato, posizione tra l'altro rafforzata dal "monopolio", tanto politico quanto religioso, che aveva sulla nuova religione buddhista. Il potere e l' influenza dei Soga fu tale da permettere loro perfino di usurpare l'autorità del sovrano: nel 592, il capo clan, Soga no Umako, fece assassinare l'imperatore in carica, in quanto ostacolo alle sue ambizioni; al suo posto salì al trono l'imperatrice Suiko, legata ai Soga da parte materna, affiancata a sua volta da un reggente (sesshoo). Si trattava di Shotoku Taishi (574-622), principe sposato a una donna del clan Soga, che dominò per lungo tempo la scena politica giapponese, assumendo di fatto le redini del governo. Fortunatamente per la continuazione della stirpe regnante, il Principe Shotoku si dedicò al suo rafforzamento, stabilendo un solido legame tra l'istituzione imperiale e il Buddhismo.

Infatti, il Buddhismo, col suo cerimoniale e i suoi valori universali, poteva diventare per la stirpe imperiale uno strumento politicamente utile, dato che era in grado di rafforzare l'idea e il prestigio del sovrano assoluto. Inoltre, identificando la religione buddhista con la famiglia imperiale, quest'ultima acquisiva una dignità e un'autorità simile a quella del sovrano cinese. Per questi motivi, la nuova dottrina fu accolta come la religione ufficiale dello Stato Giapponese in un momento in cui questo, fallito il tentativo di espansione in Corea, mirava a consolidarsi e a rafforzarsi in vista di possibili invasioni dal continente da parte della Cina dei T'ang. D'altra parte, la Cina divenne per il Giappone non solo una potenza da temere ma anche un modello da imitare per creare uno stato unificato, forte e centralizzato; il timore dell'espansionismo T'ang avrebbe, quindi, contribuito all'accelerazione di tale processo di centralizzazione del potere, attingendo dalle istituzioni che stavano alla base dell'Impero cinese.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono tante le scuole buddhiste.
E' una filosofia che amo molto.
Un caro saluto e a presto!
Monyka

Carlo ha detto...

Giustissimo, per non parlare del fatto che la scuola buddhista giunta in Giappone nel VI secolo d.C. non era nemmeno di origine indiana ma di provenienza cinese. E' in effetti un argomento piuttosto complicato anche per le innumerevoli forme che il buddhismo acquisirà in Giappone.
Grazie del commento, Monyka.
A presto!