venerdì 16 maggio 2008

Sukiyaki Western Django 鋤焼欧米のジャンゴ

Tanto per "sdrammatizzare" un po' questo blog, forse pieno di argomenti eccessivamente seri, ho pensato di parlare di un film che mi è capitato di vedere alla scorsa edizione del Festival del Cinema di Venezia, Sukiyaki Western Django. Si tratta di un western giapponese diretto da Takashi Miike (Osaka, 24 agosto 1960), regista molto prolifico (ha praticamente sfornato un film ogni uno-due anni), ma probabilmente ancora poco conosciuto in Italia, al di fuori dei suoi fans.

Rifacendosi liberamente al "Yojimbo" di Akira Kurosawa, il film è ambientato in uno sperduto e indefinito villaggio giapponese, dove si svolge uno scontro epocale tra due fazioni rivali: la gang vestita di bianco dei Genji, guidata dal cinico samurai Yoshitsune, e quella vestita di rosso degli Heike, guidata dallo stravagante e irruente Kiyomori. A turbare il già precario equilibrio del villaggio, contribuirà l'arrivo di un misterioso straniero senza nome, molto abile nell'uso delle armi, disposto a schierarsi con l'uno o l'altro gruppo, allo scopo di eliminare entrambi. La vicenda è poi arricchita da rivelazioni, colpi di scena e, naturalmente, dai luoghi comuni del genere western, che vanno dal pestaggio rituale dell'eroe al duello finale. Il tutto viene preceduto da un prologo molto teatrale, che mostra un inedito narratore quale Quentin Tarantino nei panni del pistolero Pirringo (crasi di Pierrot e Ringo), all'interno di un paesaggio astratto e visibilmente finto.

Fondendo i Western americani e all'italiana con la tradizione nipponica, Miike ha creato un vero e proprio ibrido transculturale che, pur avendo dei precedenti, potrebbe costituire il primo esemplare di un genere cinematografico completamente nuovo, il "Sukiyaki western" (dal nome di un tipico piatto giapponese a base di manzo e tofu), qualcosa di analogo ai nostri "Spaghetti western", per intenderci. Inoltre, come nel sukiyaki sono presenti i più vari ingredienti, in questo film troviamo di tutto: dai riferimenti storici sui clan Taira (gli Heike) e Minamoto (i Genji) e sulla celebre battaglia di Dannoura (1185), ai caratteri del Chambara (il filone dei film di cappa e spada nipponici), fino all'inserto "anime"; dai rimandi a Shakespeare, alle citazioni dei western di Leone e Corbucci fino alle rievocazioni del "Signore degli Anelli" di Jackson. Nel complesso, si tratta insomma di una specie di minestrone, un vero e proprio sukiyaki, in cui l'erudito e il raffinato si incontrano col demenziale, a tal punto che è difficile distinguerne i confini.

3 commenti:

Aly ha detto...

Ma sai ke questo film mi incurioscisce un sacco??Di Miike avevo visto solo"Full Metal Yakuza"e tutt'ora sto cercando"Ichi the killer"..ma questo Sukiyaki m'attira molto!non l'hanno ancora sottotitolato in italiano(o francese/spagnolo)ke tu sappia?

Carlo ha detto...

Quando l'ho visto a Venezia (era in concorso al festival) era in inglese e sottotitolato in italiano. Non è ancora uscito nelle nostre sale e credo che non vi uscirà mai. Forse uscirà in dvd; e dire che c'è pure tarantino e vi aevano dedicato pure un'articlo abbondante sulla rivista ciak.

パオロ ha detto...

bello veramente interessante... devo procurarmelo:)