venerdì 9 maggio 2008

Breve introduzione ai bakemono 化け物

Il termine bakemono tende a indicare quelle schiere molto indefinite ed eterogenee di demoni giapponesi, che includono diverse specie di diavoli ed esseri malvagi, ma anche gli spiriti degli umani, degli animali e persino degli alberi e degli oggetti inanimati. I bakemono (anche detti obake) sono, appunto, i mostri, gli spettri o, meglio ancora, "i mutanti", chiamati così perché, nella maggior parte dei casi, mutano il proprio aspetto.

In Giappone, le storie di fantasmi, a differenza di quanto avviene in Occidente, non sono invernali ma tipicamente estive: infatti, è proprio in piena estate che gli spettri giapponesi vengono ricordati. Peraltro, tra luglio e agosto si svolge in Giappone il festival annuale Obon , la famosa celebrazione buddhista dei morti che dura circa un mese, durante il quale le famiglie ricevono le anime dei loro antenati, ponendo offerte di cibo davanti agli altari domestici. Alla fine di questo periodo breve ma intenso, le anime vengono nuovamente allontanate e viene quindi celebrata la loro espulsione: infatti, il culto giapponese degli antenati è interessato anzitutto all'eliminazione dell'impurità che il morto implica e, soprattutto, a mandare gli antenati per la loro strada. Perciò, l'Obon, non è tanto una celebrazione degli avi, quanto piuttosto una celebrazione del loro allontanamento dai vivi.

A parte gli spiriti dei parenti defunti (eccetto gli yurei, le anime di uomini morti senza aver prima concluso il proprio compito, solitamente vendette per torti subiti), tutti gli altri bakemono non rientrano nel rito Obon. Della vasta e variegata categoria degli obake, infatti, fanno parte anche gli spiriti di animali; si tratta per lo più di volpi (kitsune) che potevano costituire entità benevoli, come nel caso dei messaggeri di Inari, dio del riso e della prosperità, ma anche demoni (yokai) infidi e ingannevoli, in grado di assumere sembianze umane (in particolare femminili), presagire catastrofi e perfino possedere le proprie vittime. Ci sono poi molte altre creature, buone e malvagie, che popolano i miti e le favole giapponesi, interagendo spesso con eroi leggendari o realmente esistiti. Per citarne giusto alcune, ricordo: gli oni, orchi con le corna che si nutrono di carne umana; i kappa, esseri simili a rospi che vivono nei fiumi e nei ruscelli più remoti, insidiando chiunque si addentri nelle loro acque; e i tengu, creature alate che abitano le foreste. Questi ultimi sono talvolta raffigurati con un tozzo becco, ma spesso hanno una feroce faccia scarlatta e un enorme naso. La benevolenza del tengu dipende essenzialmente dalla moralità di chi lo vede: una leggenda narra, per esempio, come Minamoto Yoshitsune, valoroso eroe militare del XII secolo, fosse stato educato nell'arte della spada da un vecchio e saggio tengu incontrato nella foresta.

In generale, i bakemono sono frutto della commistione di elementi folcloristici buddhisti e di credenze autoctone shintoiste (basti pensare ai numerosi kami, divinità, dei miti ancestrali). Le leggende che li riguardano, talvolta di origine cinese (poi adottate e rielaborate dal credo shintoista), furono la principale ispirazione del teatro No; le storie erano poi state scritte in appositi libri di racconti e raffigurate in incisioni su legno. Tra i principali autori, ricordiamo Katsushita Hokusai (1760-1849) e Ueda Akinari, ma lo scrittore più famoso di questo genere letterario è probabilmente l'europeo Lafcadio Hearn (1850-1904), ancora molto apprezzato in Giappone e conosciuto con il nome giapponese acquisito di Koizumi Yakumo. A lui va attribuito il merito di aver riscritto vecchie storie di spettri e leggende popolari, alcune delle quali erano state tramandate fino ad allora solo oralmente.

2 commenti:

パオロ ha detto...

ciao,
vedo che anche tu hai fatto un post sui bakemono:) bravo, è molto interessante... mi fa piacere che abbiamo lo stesso interesse
Mi sto procurando un film di Takashi Miika Yokai Daisenso lo conosci? Poi sto cercando anche Yokai Hanta- hiruko di Shinya Tsukamoto, anche se leggendo qualche recensione, sembra che non sia un granchè.
Poi l'ho trovato quel libro che mi hai consigliato "Racconti dell'antico Giappone" molto interessante ti ringrazio per il consiglio:)
A presto.

Carlo ha detto...

Prego, mi fa piacere che piaccia anche a te "Racconti dell'antico Giasppone". Grazie per i complimenti all'articolo sui bakemono (ti devo confessare che per l'idea mi sono ispirato al tuo). I film che mi chiedi non li conosco: a parte takashi kiatno (uno dei miei registi preferiti) non conosco affatto i reisti giapponesi contemporanei e i loro film. Riguardo Takashi Miike, ho avuto solo la fortuna di vedere lui dal vivo e uno dei suoi ultimi film, sukiyaki western django, al festval del cinema di Venezia 2007. Questo film mi era piaciuto (anche se era in inglese con sottotitoli)ma non è ancora uscito al cinema in italia e mi sa che non uscirà più.